Vicenza: viaggio tra mostre d’arte e lo spirito del Palladio

Scritto da  Laura & Valentina  in 

Quando si pensa al Veneto la prima destinazione che viene in mente è Venezia, poi Verona, infine Padova. E Vicenza? Ad una prima analisi non si riesce a collocarla geograficamente. Eppure dista un quarto d’ora di treno da Padova. E’ una delle città più operose del nordest e non ha nulla da invidiare culturalmente alle consorelle più blasonate.

Ve ne parliamo perché può essere un’ottima destinazione turistica, alternativa a mete più conosciute e già visitate. Se decidete di andare durante il periodo natalizio troverete una città vestita a festa, piena di luminarie ed eleganti decorazioni. Vicenza è una città a misura d’uomo. Non serve spostarsi in macchina, tutto il centro è pedonalizzato e passeggiando potrete scoprire molti angoli interessanti.

Vicenza

L’occasione per visitare Vicenza può essere una mostra di qualità in corso da qualche settimana alla Basilica Palladiana, il cui allestimento occupa eccezionalmente il piano superiore dell’edificio.

Vicenza: “Ritratto di Donna”, il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi

“Vorrei dei muri, dei muri, dei muri, e dipingere delle storie meravigliose”. Così scriveva l’artista Ubaldo Oppi in una lettera datata 1922, indirizzata ad Ugo Ojetti. Oppi è tra i protagonisti della rassegna “Ritratto di donna” allestita nel piano loggiato della Basilica Palladiana, rilanciata in questi anni come spazio espositivo per eventi di rilevanza internazionale. La mostra, curata da Stefania Portinari, è incentrata sul ritratto e racconta lo stile di vita delle donne negli anni Venti attraverso gli occhi dei protagonisti dell’epoca con un focus sull’arte di Ubaldo Oppi, figura chiave di quel periodo.

Cresciuto a Vicenza ma formatosi tra Vienna, Venezia e Parigi ebbe un successo immediato partecipando a importanti esposizioni in Italia e all’estero, tanto da essere considerato tra gli artisti più famosi in Europa e negli Stati Uniti. Nel percorso innovativo di allestimento della mostra, i dipinti di Oppi si interfacciano con una serie di ritratti femminili della sua cerchia di artisti-amici come Felice Casorati, Mario Sironi, Antonio Donghi, Massimo Campigli, Achille Funi, Vittorio Zecchin.

Tra tutti spicca Gustav Klimt con la celebre “Giuditta”.  L’amicizia femminile, il sogno, il doppio riflesso nello specchio, il rapporto tra il pittore e la modella, la nostalgia di paradisi perduti sono alcuni dei temi affrontati nella mostra all’insegna di una “classicità moderna”. In quegli anni le donne conquistarono un proprio ruolo diventando sempre più sicure e seduttive, proprio come le immaginava Coco Chanel, con gonne e capelli corti, di cui sono testimonianza alcuni abiti esposti.

Attraverso le immagini femminili di Oppi, in dialogo con quelle dei maggiori artisti internazionali, emerge in modo deciso una donna nuova, libera, antesignana della modernità dei giorni nostri. E a raccontarla non sono solo i dipinti, anche una selezione di abiti, oggetti, sculture, gioielli. Una bella istantanea di un’epoca da sogno. Assolutamente da non perdere!

La mostra è visitabile fino al 13 aprile: per informazioni e prenotazioni: Tel. +39 0044 326418

www.mostreinbasilica.it 

www.comunevicenza.it

museicivicivicenza.it

Vicenza: sulle orme di Andrea Palladio

Vicenza è la patria di Andrea Palladio (pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola) anche se in realtà è nato a Padova…. Ovunque si respira la grandezza del celebre architetto e scenografo rinascimentale che ha creato uno stile ancora oggi fonte di ispirazione in tutto il mondo. Perchè gli americani sono così pazzi del Palladio? Basti pensare all’architettura della Casa Bianca. A divulgare il genio palladiano fu uno dei presidenti degli Stati Uniti d’America, Thomas Jefferson, grande studioso di architettura.

Rimase stregato dai 4 manuali del Palladio (che rappresentano la base della sua teoria dell’architettura e sono ancora oggetto di studio) e pur non avendo mai visitato Vicenza ha di fatto “importato” uno stile diventato molto popolare negli Usa, soprattutto nella realizzazione di ville ed edifici monumentali.

Una visita di Vicenza può senz’altro avere come fil-rouge Palladio e il “palladianesimo”. La prima tappa è il Palladio Museum, aperto nel 2012 all’interno di Palazzo Barbarano, edificio palladiano del 1570. Un imponente gelso al centro del cortile, simbolo della seta e dei commerci dei tessuti di cui era regina Vicenza, accoglie il visitatore. Il museo è molto interessante.

Contiene i modelli in legno dei principali progetti del Palladio (Villa La Rotonda e Villa Papafava), i famosi “quattro volumi” autografi con le linee guida della sua architettura e alcuni esempi di materiali utilizzati dal Palladio: per le colonne ad esempio aveva rinunciato al marmo, troppo costoso, e ideato un mix di mattoni intonacati a marmorino. Palladio partecipò anche a un progetto  per il Ponte di Rialto ma venne scartato.

www.palladiomuseum.org

Altra tappa sulle orme del Palladio, il Teatro Olimpico, considerato il primo teatro al coperto della storia. E’ un gioiello senza eguali. Aperto normalmente l’estate, l’inverno è visitabile ma in determinati giorni e a certi orari. E’ interamente in legno e le sue scenografie sono quelle originali del 1585. Ospita 460 posti a sedere su gradinate sempre in legno, circondate da un ordine di archi sormontati da statue in paglia e stucco. Il colpo d’occhio lascia a bocca aperta per la perfezione dei decori e l’effetto prospettico.

Le quinte s’ispirano all’antica Tebe: sembra che il viale principale al centro del palcoscenico sia lungo centinaia di metri, tanto è perfetta la prospettiva. In realtà è profondo appena 15 metri e se si ha la possibilità di vedere la scenografia più da vicino si possono scorgere alcuni angoli, quelli meno visibili, solo abbozzati. Eppure l’effetto complessivo è di assoluta perfezione per non parlare dell’acustica eccezionale.

www.teatrolimpicovicenza.it

Da  non perdere la visita alle ville palladiane. Ve ne sono molte nei dintorni di Vicenza. Noi abbiamo visto Villa La Rotonda, l’esempio per eccellenza dell’architettura palladiana, un gioiello a pochi chilometri dal centro di Vicenza. Commissionata dal canonico Paolo Almerico nel 1566 è oggi una residenza privata di proprietà dei conti Valmarana che acquistarono la villa nel 1912 e vi abitano solo durante l’estate (visto che non esistono i riscaldamenti).

La Villa è orientata verso i quattro punti cardinali e ha quattro ingressi tutti uguali. La pianta è costituita da un cerchio iscritto in un quadrato. Una volta entrati, al centro dell’edificio, la cui cupola è interamente affrescata, si percepisce una spinta centrifuga verso l’esterno. E’ bello l’effetto della luce filtrata attraverso le quattro uscite simmetriche. Le zone private hanno uno sviluppo più contenuto rispetto a quelle di rappresentanza. La Villa è aperta per visite due giorni a settimana tutto l’anno tranne i mesi invernali.

Tutte le opere del Palladio e le sue teorie sull’architettura sono state dichiarate patrimonio Unesco dal 1994.

www.villalarotonda.it

Vicenza: come arrivare

In treno da Roma o Milano con cambio a Padova.

Vicenza: dove dormire

Glam Boutique Hotel: è un piccolo gioiello dal mood intimo tipico degli alberghi parigini. Deliziosa la sala colazione con piccoli tavoli e poltroncine. Le stanze sono diverse l’una dall’altra, molto confortevoli e charmant. L’hotel dista 20 minuti a piedi dalla stazione, 10 minuti dalla piazza centrale.

Vicenza: dove mangiare

Ristorante Garibaldi: si trova di fronte alla Basilica palladiana. Se scegliete di mangiare in veranda potrete ammirare davanti a voi, in tutta la sua bellezza, l’edificio con la sua loggia superiore. Ottima la tartare di carne e la patisserie  garibaldivicenza.it

Angolo Palladio: ristorante di tradizione, si trova accanto alla basilica. Il piano superiore è più piacevole rispetto a quello inferiore, sotto il livello stradale. Specialità di carne e pesce. Ottima la pizza. Famoso il baccalà alla vicentina con polenta – www.angolopalladio.it

La Meneghina: è nell’elenco dei locali storici d’Italia. Un bar di fine Settecento, in pieno centro, che ha mantenuto gli arredi originali. Ideale per uno spritz e pizza farcita con ingredienti di stagione. Non hanno biglietti da visita ma le buste per incartare gli alimenti riproducono la lettera d’amore che una giovane milanese, la meneghina appunto, inviò al suo amato, un soldato austriaco costretto a partire. Dello stesso proprietario è il ristorante-cocktail-bar Borsa, sotto la basilica palladiana,  anch’esso storico e molto accogliente.

https://www.facebook.com/LaMeneghina/barborsa.com

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