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Esperienza all’Eremito, eremo umbro per viaggiatori solitari dove si pratica il silenzio e il digital detox

Laura Ciarallo
Pubblicato il: 24 Agosto 2025

Appare come un puntino nella vallata ricoperta da un fitto bosco a pochi chilometri da Parrano, piccolo borgo medievale nel cuore dell’Umbria. Una biosfera di 3000 ettari patrimonio Unesco che quasi inghiotte l’Eremito, eremo contemporaneo nato nel 2013 da un’idea rivoluzionaria del suo fondatore, Marcello Murzilli: creare un rifugio dell’anima per solo traveller dove praticare il digital detox e recuperare attraverso il silenzio la percezione dei sensi.

Nella società contemporanea anche le cose immateriali possono diventare piccoli lussi e il silenzio è una di queste.

L’Eremito nella riserva Unesco

L’Eremito è facilmente raggiungibile dall’autostrada del Sole (uscita Fabro) ma con un ultimo tratto di sterrato da percorrere, circa 10 km, tra saliscendi di sabbia e sassi, che ad ogni curva sembrano condurre verso un altrove sempre più remoto. All’Eremito si viene preferibilmente soli, con un bagaglio leggero e con i cellulari rigorosamente spenti, anche perché non c’è linea telefonica e wi-fi negli spazi comuni e nelle stanze.

www.eremito.com

L'Eremito
L’Eremito

Eremito: l’hotel senza stelle per solo traveller

L’Eremito nasce per i viaggiatori solitari. Negli ultimi anni si è aperto alle coppie e ai retreat di yoga, mindfulness e soggiorni motivazionali. Ma il concetto iniziale per solo traveller è sempre molto potente. Il viaggiatore solitario avverte subito che questo non è un hotel nel senso comune del termine. Non si fregia di stelle ma di una semplice definizione: El hotelito del Alma, Il piccolo hotel dell’Anima.

L’atmosfera è quella di un rifugio monastico dove il lusso si misura in sottrazione e spazi vuoti. Qui non si viene per riempire il tempo, ma per lasciarlo scorrere, liberandosi del superfluo e trattenendo solo ciò che conta davvero. Non esiste il lusso della scelta: si mangia quello che “passa il convento”: non c’è un menu e una carta dei vini ma 3 pasti ogni giorno, la colazione a buffet e il pranzo e la cena di 4 portate accompagnati da acqua di fonte e vino rosso della casa.

Un luogo che insegna a stare bene con sé stessi, a non temere il silenzio, a trasformare la solitudine in dialogo interiore. E anche a fare, se si è ben disposti, interessanti conoscenze.

L'ingresso dell'Eremito
L’ingresso dell’Eremito

L’accoglienza e le piccole regole dell’Eremito

Ho trascorso due notti all’Eremito, poco prima di Ferragosto, lontano dalle folle e dai disagi delle vacanze comandate. E ho incontrato ospiti che erano in struttura da una settimana e non alla prima esperienza.

Alla reception c’è Benedetta che risponde al telefono offrendo tutte le indicazioni. Bisogna chiamare l’hotel appena usciti dal casello perché la linea telefonica inizia subito a traballare.

Poi seguire la mappa dall’inizio della strada sterrata che termina in un parcheggio privato (provvisto di colonnina per la ricarica elettrica). Mancano ancora 750 mt di manto pietroso in salita per arrivare alla meta. Sta all’ospite scegliere se fare l’ultimo tratto a piedi o farsi venire a prendere, come ho preferito, da un fuoristrada..

La grande sala comune dell'Eremito
La grande sala comune dell’Eremito

Appena varcato il corridoio in pietra illuminato da led e candele si entra nel mondo dell’Eremito non come clienti ma ospiti di una casa gestita con le regole della comunità. Il personale viene reclutato su Workaway (un portale per studenti stranieri che cercano lavoro in cambio di vitto e alloggio) dalla direttrice e memoria storica dell’Eremito, Laura Neri.  Le 18 stanze si chiamano celluzze, ciascuna con il nome e la storia di un santo raccontata sulla tavola di legno che fa da spalliera. La mia celluzza era dedicata a San Bernardo.

I vani sono volutamente essenziali ma confortevoli e ovattati: misurano 9 metri quadri, ospitano un letto alla francese (solo 2 hanno il formato matrimoniale), un pensatoio panoramico e un lavabo in pietra, il piccolo bagno con doccia è separato da una tenda di iuta, la finestra è affacciata sulla valle oppure davanti alla piacevole fontana nel retro della struttura.

Interno delle celluzze
Interno delle celluzze

Niente televisione, frigobar, telefono e wi-fi in camera. Il personale, giovani per lo più stranieri, indossano una divisa sobria e accolgono l’ospite con discrezione, senza invadenza, spiegando alcune semplici regole: rispettare i momenti di silenzio, non utilizzare dispositivi elettronici negli spazi comuni, non sprecare acqua ed energia, osservare la natura senza disturbarla. Chi lo desidera può indossare una spilla con scritto I’m in silence, sono in silenzio.

La grande sala accanto alla reception ha un camino in pietra, futon e cuscinoni rivestiti di tappezzerie marocchine, il luogo ideale dove sostare per la lettura. C’è anche una piccola alcova dove isolarsi ancora di più.

L'area relax
L’area relax

La giornata-tipo all’Eremito e la cena in silenzio

Il programma suggerito è solo indicativo. C’è libertà assoluta nella gestione del tempo all’Eremito. Alle 7 e 30 del mattino si medita con i canti gregoriani sull’altana dell’eremo affacciata a valle e si leggono a turno i pensieri del giorno, segue una sessione di yoga leggero praticato da Benedetta e la colazione a buffet servita d’estate, come il pranzo, sotto il pergolato esterno (che è anche l’unica area con qualche traccia di linea telefonica).

La colazione sotto il pergolato
La colazione sotto il pergolato

Nel tempo libero si può passeggiare nel bosco e scendere al fiume o alle cascate per un bagno rigenerante. Lungo il percorso si notano alcuni tubi interrati: sono i pali della luce che il proprietario, Marcello Murzilli, ha voluto eliminare dall’orizzonte visivo della vallata per non disturbare la vista.

La passeggiata alle cascate della tenuta
La passeggiata alle cascate della tenuta

Il pomeriggio si può usufruire della piccola Spa con idromassaggio e bagno turco e partecipare all’ultima meditazione di giornata. Il pranzo e la cena vengono annunciati con un gong e sul bancone della reception si recupera il tovagliolo personalizzato con il nome del santo corrispondente alla propria celluzza.

I pasti sono tutti vegetariani e di 4 portate (il menu è riportato ogni giorno su una lavagnetta in reception) cucinati con passione e semplicità dalla signora Elena, la cuoca storica dell’Eremito. Le pietanze – zuppe di legumi, verdure dell’orto, pane fatto in casa, formaggi locali – sono preparate con ingredienti biologici, in parte dall’orto privato, secondo la stagionalità.

Il pranzo sotto il pergolato
Il pranzo sotto il pergolato

La cena inizia tassativamente alle 19:30 nel refettorio illuminato da candele e lampade a olio. E’ questo un momento davvero speciale perché viene richiesto il silenzio assoluto. Quaranta minuti di raccoglimento totale, i canti gregoriani in sottofondo e pochi semplici gesti per chiedere, senza dover parlare con il personale, il refill di acqua e vino.

Mangiare in silenzio con altre persone è stata una piacevole sensazione: ho apprezzato e in alcuni casi scoperto per la prima volta il vero sapore degli alimenti, che sia una semplice carota o una zuppa di piselli, tanti gusti genuini troppo spesso offuscati dalle distrazioni esterne e dalle parole. Un esempio di menu a cena è: hummus con bruschetta, zuppa di cavolfiore, gateau di finocchi e torta tenerina. Le porzioni, apparentemente misurate, sono perfette e consentono di alzarsi da tavola leggeri ma sazi.

La cena in silenzio nel refettorio
La cena in silenzio nel refettorio

Dopo il silenzio c’è il momento delle chiacchiere piacevoli nel giardino esterno davanti a un braciere acceso sotto il cielo stellato o nella sala comune sorseggiando il melemito, una tisana a base di mela, zenzero, cannella e chiodi di garofano. E’ l’occasione giusta per conoscere gli altri ospiti, scambiare impressioni e chiedere informazioni a chi ha trascorso più giorni nella struttura.  

La cena in silenzio nel refettorio
La cena in silenzio nel refettorio

Il fondatore dell’Eremito, Marcello Murzilli

Romano di nascita, classe 1948, imprenditore di successo nel mondo della moda con il marchio El Charro, uno dei maggiori successi commerciali a livello europeo degli anni Ottanta, (gli stivali e le cinture modello texano erano un must dei paninari), decide di vendere tutto e cambiare vita.

Lontano dai riflettori viaggia per due anni in barca attraverso i 5 continenti per poi approdare in Messico, lungo la costa del Pacifico, dove crea l’hotel impossibile fatto di capanne di fango e illuminato solo da candele, El Hotelito Desconocido tra i 5 eco-resort più belli al mondo, esperienza durata una decina d’anni.

El Hotelito Desconocido
El Hotelito Desconocido

Poi il rientro in Italia e l’arrivo in Umbria nel 2009. Murzilli resta folgorato da un rudere in pietra, antico eremo del XIV secolo, in rovina ma ancora carico di memoria. L’idea prende forma lentamente: ricostruirlo non come un albergo tradizionale ma un monastero contemporaneo.

L'Eremito
L’Eremito

La realizzazione è stata molto complessa, 4 anni di lavori intensi, pietra su pietra con materiali locali e tecniche rispettose dell’architettura originaria. L’edificio oggi respira la stessa aria di secoli fa: mura spesse, archi in pietra, travi di legno.

Ma è costruito con le ultime tecniche di bioedilizia e ha ottenuto la Certificazione B Corp: l’energia è prodotta da pannelli solari, l’acqua piovana raccolta e riutilizzata, la climatizzazione – caldo e freddo – si diffonde dai pavimenti di pietra.

La vasca idromassaggio della Spa
La vasca idromassaggio della Spa

L’Eremito è un laboratorio di vita. “Lusso per l’anima” lo definisce Murzilli, un’esperienza che fonde il recupero di un edificio storico, la sostenibilità ambientale e la filosofia monastica. Qui il tempo si dilata, la percezione si affina e si riscopre il valore delle piccole cose: il crepitio di un camino, il sapore del pane caldo, il silenzio che avvolge i pensieri.

Ogni progetto – mi spiega appena rientrato dal Cammino di Santiago de Compostela dove ha percorso a piedi 800 km in 40 giorni – ha impiegato 10 anni per diventare vincente. E oggi a distanza di 12 anni, il concept dell’Eremito è apprezzato e conosciuto in tutto il mondo”.

Angoli comuni
Angoli comuni

Nei dintorni dell’Eremito

L’isolamento dell’Eremito non significa rinuncia alla scoperta. Nei dintorni si trovano borghi e città ricchi di storia e bellezza. Orvieto con il suo Duomo gotico e i cunicoli etruschi, Todi con le eleganti piazze rinascimentali e per gli amanti della natura, la Riserva di Monte Rufeno, un paradiso di biodiversità con sentieri che si snodano tra boschi e colline.

Altri piccoli centri come Monteleone d’Orvieto, Fabro e Parrano conservano una vita di paese lenta e genuina, lontana dal turismo di massa.

La vallata dell'Eremito
La vallata dell’Eremito

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