Il mio viaggio ad Amburgo nasce da un desiderio: poter vedere un concerto all’Elbphilharmonie, l’auditorium più innovativo e scenografico del mondo. Tappa che da sola meriterebbe un fine settimana. Poi, visitando la città scopri che c’è molto di più e quei tre giorni di viaggio diventano densi di cose da fare e vedere. Immaginavo un enorme porto grigio, vecchi magazzini, il vento del Nord e l’eco lontana dei Beatles.

L’acqua è l’elemento-chiave di questa metropoli da 2 milioni di abitanti: sui suoi due fiumi pulitissimi che creano un reticolo di canali – l’Elba per fare soldi e l’Alster per spenderli – la città-stato (senza un proprio castello) ha costruito la sua identità con un DNA che la rende unica dal resto del Paese, più simile a Londra, Berlino e Amsterdam messe insieme. Forse, anche per questo lo stilista Karl Lagerfeld, nato qui nel 1933, con una punta di orgoglio a chi gli chiedeva se si sentisse più francese o tedesco, rispondeva: “Sono di Amburgo!”.

Una città elegante, borghese, colta e riservata considerata dai tedeschi la più bella della Germania. Ha costruito la sua prosperità con piglio pionieristico, dalla fondazione della prima banca e della prima borsa d’Europa, alla vocazione marittima che l’ha resa uno degli scali più importanti del continente.
Per la sua struttura urbanistica – è attraversata da oltre 2 mila canali, più di Venezia e Amsterdam insieme – rappresenta un laboratorio di nuovi progetti architettonici e contaminazioni artistiche. Su queste acque convivono infatti i vecchi magazzini delle merci e i docks avveniristici di HafenCity, le ville affacciate sul fiume di Blankenese e il verde brillante dei parchi come il Planten un Blomen.
https://www.germany.travel/en/home.html
https://www.hamburg-travel.com
Per un giro più ragionato della città potete affidarvi a Tomas Kaiser, la guida che mi ha fornito l’Ente del Turismo di Amburgo. E’ un esperto di architettura, urbanistica, storia e lifestyle. Con lui ho scoperto tante chicche e aneddoti interessanti. Lo potete contattare per concordare una visita guidata via mail o sul cellulare (info@tomaskaiser.de +49 170 2327749)

L’Elbphilharmonie: una cattedrale di luce sul fiume
Con la sua vela di cristallo poggiata come un cappello su un vecchio basamento di mattoni rossi lambito dalle acque dell’Elba, l’Elbphilharmonie è molto più di una sala da concerto: è un’esperienza sensoriale. Firmata dalle archistar Herzog & de Meuron, svetta per 110 mt sulla vecchia Speicherstadt – il quartiere dei magazzini diventato patrimonio Unesco – come una nave pronta a salpare.

L’accesso avviene da un ingresso quasi secondario con le scale mobili che conducono lentamente il visitatore in un viaggio immersivo fino al piano denominato Plaza, aperto a tutti (anche i non possessori di biglietto). Le vetrate sono coperte da un rivestimento argentato che conferisce alla facciata l’aspetto ondulato e cangiante adattandosi ai cambiamenti di luce e meteo. Lungo la terrazza circolare che cinge l’edificio a 360° la città si disvela in tutta la sua originalità di giorno e di notte.

La “Grande Sala” – una spirale di legno e luce – accoglie oltre duemila persone avvolgendole in un’acustica perfetta. Diecimila pannelli di malta realizzati in 3D rivestono come un alveare le pareti, anche la tappezzeria delle sedute ha un funzione sonora e nel concept “sociale” del progetto tutti i posti non distano più di 21 metri dal palcoscenico che appare come un’appendice naturale della platea.
La programmazione è varia: dal jazz nordico ai cori barocchi, dal repertorio sinfonico puro alla musica moderna. Nel 2026 l’Elbphilarmonie spegnerà le sue prime 10 candeline.

Amburgo e HafenCity: il futuro urbanistico sui canali
E’ il quartiere-simbolo dello sviluppo di Amburgo, una lingua di terra lunga solo 3 km e mezzo che incarna la filosofia della città: innovare senza tradire l’acqua. Costruita dove un tempo attraccavano navi cariche di cacao, tè e tabacco, è oggi un distretto avveniristico fatto di ponti sospesi, canali e spazi verdi. Un progetto che ha trasformato i magazzini in mattoni rossi della Speicherstadt – uno di questi ospita il Museo delle Miniature, al primo posto tra le attrazioni da visitare in Germania – in un distretto vibrante e sostenibile, da dove in 10 minuti a piedi si raggiungono tutte le zone centrali della città. Per una sosta-food consiglio il Wild Scandinavian Cooking, originale ristorante sull’acqua con vista sui canali.


Nel ventre dell’Elba: il tunnel che non ti aspetti
Con un montacarichi o scendendo le scale, dal porto si raggiunge a 24 metri sotto il livello della città il vecchio Tunnel dell’Elba, l’Alter Elbtunnel: un corridoio di 400 metri rivestito di maioliche bianche, lucide, quasi ospedaliere, che illuminano la volta come dentro un sommergibile. Il tunnel fu inaugurato nel 1911 per permettere agli operai di raggiungere più velocemente i cantieri sull’isola opposta. In alcuni punti ci si trova tra i 20 e i 150 metri sotto il livello dell’Elba. Oggi è un luogo di passeggio con tanto di pista ciclabile e bici che sfrecciano a tutta velocità.

Dal mito al rock: St. Pauli e l’anima ribelle
Riemergo dal tunnel e mi inoltro in una Amburgo più sfrontata, musicale e leggendaria, il quartiere di St. Pauli: Karolinstrasse, Schulterblatt, Marktstrasse sono un susseguirsi di negozi indipendenti, librerie fuori dagli schemi, boutique alternative. E’ qui che i Beatles hanno vissuto la loro metamorfosi professionale. Prima del successo erano quattro ragazzi in cerca di pubblico e fortuna.
Nei club della Grosse Freiheit – il Kaiserkeller e lo Star-Club – suonavano fino a notte fonda in locali fumosi e platee difficili. “Sono nato a Liverpool ma sono diventato adulto ad Amburgo” amava ripetere John Lennon. Oggi la Beatles Platz, una piazza tonda come un vinile, rende omaggio al loro passaggio e un piccolo museo ne custodisce gli inizi, quando Amburgo era la loro palestra. In zona il ristorante NIL, meta della gioventù borghese, propone specialità di pesce.

Il Bunker Verde: dove la guerra diventa futuro
A pochi minuti dalla Reeperbahn – il distretto a luci rosse – accanto alla fermata della metro Feldstrasse, si erge un’enorme massa di cemento armato: era un bunker antiaereo costruito nel 1942 come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale. Le garitte sono andate distrutte ma l’edificio è rimasto quasi intatto e oggi è una delle architetture più originali d’Europa.

Le sue mura spesse tre metri sono state trasformate in un giardino verticale che accoglie oltre 4.700 piante distribuite su terrazze a gradoni. È il più grande rooftop della Germania, un ecosistema che respira sopra la città. All’interno si trova il Reverb by Hard Rock Hotel, un albergo dal design giovane con bar panoramici che offrono una vista a 360°: ovunque si guardi l’antenna televisiva sovrasta i tetti come un faro urbano.

Questo edificio rappresenta la filosofia più autentica di Amburgo: convertire il passato, anche quello più doloroso, in architettura viva e moderna.

Scoprire Amburgo dall’acqua
Per cogliere la vera essenza di Amburgo bisogna fare una crociera lungo canali e fiumi. Le barche sull’Elba portano nel cuore del porto commerciale tra gru mastodontiche, navi che sembrano città galleggianti e container colorati impilati come lego giganti. È il lato più industriale, quello che ha fatto la fortuna della città e continua a farla.

C’è poi l’Alster le cui acque calme si distendono come un tappeto lucido. Le piccole imbarcazioni scivolano leggere e canoe e kayak convivono con i cigni che attraversano il lago. Le ville eleganti si specchiano nel riflesso, i giardini si arrampicano lungo le sponde, le vele bianche sembrano ali. D’estate la vita si sposta qui: picnic, sport, tramonti che incendiano l’orizzonte La città, da questa prospettiva, sembra galleggiare in un’altra dimensione, rarefatta ma intensamente viva.

Nel distretto storico Mitte, la Peterstrasse ospita piccoli musei dedicati ai grandi compositori che hanno vissuto ad Amburgo: Mahler, Mendelssohn, Brahms.

Nel cuore dell’arte del Nord: la Kunsthalle
Amburgo ha un’anima profonda e la Kunsthalle ne è la manifestazione più intima. Situata vicino al Binnenalster, è uno dei musei più importanti della Germania. In tre edifici collegati si attraversano otto secoli d’arte: paesaggi romantici, impressionismo francese, espressionismo tedesco, contemporaneo audace.
La luce del Nord entra nelle sale e trasforma le opere. Al Romanticismo di Caspar David Friedrich (1774-1840) viene riservato uno spazio defilato, ma il “Viandante sul mare di nebbia” appare in tutta la sua intensità. Un ritratto metafisico della condizione umana recentemente utilizzato per la copertina dell’ultimo libro di Vittorio Sgarbi “Il cielo più vicino, la montagna nell’arte”.

Il rifugio sul lago: vivere il design al The Fontenay
Per respirare in modo completo l’eleganza della città l’Hotel The Fontenay, 5 stelle lusso sulle rive dell’Aussenalster, è l’indirizzo giusto. Più che un albergo è un’opera architettonica organica, fatta di curve morbide e tre cerchi intrecciati che si aprono alla luce.

L’architetto progettista Jan Störmer lo ha immaginato come un “hotel nel parco”: nessun angolo, materiali naturali, superfici vetrate che riflettono l’acqua, ambienti che sembrano sospesi.

Dentro, parquet italiani in quercia, pareti in marmorino lucidate a mano, tonalità sabbia e turchese che richiamano il lago. Al ristorante Parkview ho gustato abbondanti colazioni servite fino alle 11:30 del mattino mentre al settimo piano ho vissuto l’esperienza 2 stelle Michelin del panoramico Lakeside, con le creazioni dello chef Julian Stowasser e la selezione di vini della Master Sommelier Stefanie Hehn, tra le più giovani del Paese.


La SPA al sesto piano è un santuario di quiete: 1000 mq di benessere, una piscina a sfioro lunga 20 metri che sembra perdersi nell’Alster, una sauna panoramica che regala tramonti indimenticabili. Il proprietario Klaus-Michael Kühne, magnate della logistica, ha investito 100 milioni di euro per creare quello che definisce “una piccola Elbphilharmonie” di cui è finanziatore e con la quale condivide lo spirito innovativo e la vocazione estetica. È l’unico The Leading Hotels of the World della città inaugurato nel 2018 dopo quattro anni di lavori.
https://www.thefontenay.com/en/

Un salto nel futuro: l’UBS Digital Art Museum
HafenCity continua a reinventarsi e nel 2026 farà un passo importante nel campo dell’arte digitale con l’apertura dell’UBS Digital Art Museum. Sarà il più grande museo europeo dedicato alle esperienze immersive e ospiterà in modo permanente teamLab Borderless, la celebre esposizione del collettivo giapponese, per la prima volta in Europa.

Una superficie di 6.500 mq, 20 sale alte oltre dodici metri, installazioni di luce, suoni, profumi e forme che reagiscono ai movimenti del visitatore. Qui l’arte non si osserva: si attraversa, si tocca e ti ingloba. L’edificio, in parte interrato, è costruito con oltre il 70% di calcestruzzo a basse emissioni di CO₂. Sopra sorgeranno abitazioni per studenti e giovani professionisti. È previsto un afflusso di 700.000 visitatori l’anno, sono già stati venduti 10.000 biglietti. Amburgo si prepara così a diventare un polo di riferimento per l’arte digitale internazionale, un luogo in cui tecnologia e umanesimo si incontrano.

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