L’ultima parte di questo articolato reportage dal Cile è dedicata a due chicche. Il trekking nel Parco dell’Aconcagua e l’isola di Chiloè, nel sud del Cile.
Cile: trekking nel Parco dell’Aconcagua
Se, come nel mio caso, il vostro itinerario non contempla la Patagonia (io l’ho volutamente esclusa dal mio tour avendo visitato anni fa in modo diffuso la Patagonia Argentina), non potete però perdere il gusto di vedere, anche se a debita distanza, ma in tutta la sua maestosità, il Cerro Aconcagua, la montagna più alta di tutto il continente americano con i suoi 6.962 metri di altezza. L’accesso al parco è in territorio argentino, nella provincia di Mendoza, quindi bisogna attraversare il confine in auto. C’è solo un’agenzia in tutta Santiago del Cile che propone questa escursione: Andes Wind di Cristian Minich. Serve un minimo di 4 partecipanti, il costo della gita, che dura un’intera giornata, panino con la cotoletta e pratiche per il visto alla frontiera compresi, è di 100,00 euro. Ma ne vale la pena! Si viaggia su un comodo pulmino. La strada per raggiungere il confine è molto panoramica. Prima di arrivare al Tunnel Internazionale lungo 3 chilometri, si percorre un tratto di strada, chiamato Los Caracoles, che attraverso 29 curve ci porta sul passo a 3.200 metri per poi ridiscendere. Alla burocrazia in dogana pensa Cristian.
Superato il confine, si fa una sosta al monumento naturale Puente del Inca, dove un tempo sorgeva un centro termale, andato distrutto dopo una valanga. La sosta successiva è l’ingresso al Parco dell’Aconcagua, per un trekking leggero di 2 ore e mezzo attraverso un sentiero ben delineato e panoramico, sempre orientato verso il Cerro Aconcagua che possiamo immortalare in varie situazioni, fino al ponte sospeso. Il massiccio è davvero impressionante con la sua cima perennemente innevata. Nell’idioma inca, Aconcagua vuol dire “sentinella di pietra” ed è proprio quello che evoca quando lo si ha di fronte. Dal ponte sospeso in poi, partono le spedizioni vere e proprie per raggiungere la vetta dell’Aconcagua, sempre attraverso un trekking, che può richiedere da una a tre settimane, a seconda della propria preparazione fisica. Fino alla fine di marzo il tempo è clemente e consente di fare una bella passeggiata. Da aprile in poi si entra nella stagione fredda e la gita è sconsigliata, anche perchè il parco chiude. Sulla via del ritorno, dopo la frontiera, ci fermiamo a Portillo, una stazione sciistica famosa che prende il nome dall’Hotel Portillo, costruito nel 1942. Un albergone storico con affaccio su un lago artificiale, frequentato da famiglie e dalle principali nazionali di sci del mondo per gli allenamenti nel periodo estivo.
Tour al Parco Aconcagua con Andes Wind di Cristian Minich, Whatsapp +56 9 97107959 – www.andeswind.cl
Cile: Chiloè, l’isola “inglese” nel sud del Cile
Avevo due giorni liberi, gli ultimi due in Cile e ho deciso di acquistare un biglietto al volo con Latam Airline per l’isola di Chiloè (acquistati in Cile i voli Latam costano circa il 30% in meno rispetto al sito italiano della compagnia). Due ore di volo, sopra un tappeto impressionante di laghi e vulcani e si arriva a Castro, la città principale e più rappresentativa di quest’isola nel sud del Cile, che molti paragonano all’Inghilterra per il verde della campagna e delle foreste, frutto della forte piovosità. Io sono stata fortunata e ho trovato due giorni di sole. Un’isola tranquilla, dove in tanti, dalla caotica Santiago si sono trasferiti a vivere. E’ caratteristica sotto molti punti di vista: dalle costruzioni, i palafitos in legno colorato che disegnano la costa di Castro, soggetta al fenomeno delle alte e basse maree, alle tipiche chiese di legno (sono 70 su tutta l’isola) diventate patrimonio Unesco, al cibo ricco di ottimo pescato. L’aeroporto di Castro dista 20 minuti dal centro cittadino. Ho contattato via Facebook un transfer privato che ho pagato complessivamente 15 euro per l’andata e il ritorno. Ho provato l’esperienza di dormire in un palafito. Ce ne sono diversi lungo la costa sul mare (che molti pensano essere un lago perchè è sempre calmissimo). Ho prenotato con Booking una stanza al Patio Palafito, molto accogliente, tutto di legno e con ambienti vista-mare. Al check in si sono premurati di segnalarmi che avrei sentito muovere la struttura e scricchiolare i pavimenti. E’ normale su un palafito!
Castro si gira a piedi senza bisogno di taxi. Il punto migliore per avere lo scorcio dei palafitos colorati è il mirador, nella parte sud della città. C’è poi la Iglesia di San Francisco da visitare, con la facciata verniciata di un giallo canarino, interamente in legno e scricchiolante all’interno. Lungo il molo è possibile salire su una barca su cui fare una breve gita guidata di mezz’ora. A Castro si mangia molto bene il pesce, merluzzo e salmone alla griglia. A marzo non tutte le strutture sono aperte quindi bisogna accontentarsi. Ho pranzato all’Auracania, ristorante dell’omonimo albergo e cenato al Mercadito, un delizioso ristorante arredato come una casa di bambole. Ho visitato anche Mar Y Canela, un bistrò su palafitos che propone una cucina cilena contemporanea fatta con prodotti di giornata. Con più giorni a disposizione si possono fare belle escursioni di trekking nei numerosi parchi dell’isola. Chiloè mi ha trasmesso allegria: incrociare i sorrisi della gente, apprezzare i colori delle case e la semplicità del luogo è stato il giusto epilogo ad un viaggio straordinario fatto di tanta bellezza e di natura incontaminata.
-Voli per Castro-Chiloè con Latam: www.latam.com
-Hotel: Patio Palafito prenotato con www.booking.com – www.patiopalafito.com
-Pasti: Mercadito – www.elmercaditodechiloe.cl
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