Pompei: non ci stancheremo mai di ripeterlo. Quest’anno vacanze italiane!
Non solo per le restrizioni e le difficoltà nel viaggiare fuori dai confini a causa della pandemia, ma soprattutto perchè nel nostro paese abbiamo tutto quello che cerchiamo.
Sosteniamo i nostri siti archeologici, le nostre guide turistiche e visitiamo ogni angolo d’Italia che ci aspetta a braccia aperte. Una necessità che si può trasformare in un’occasione – come accaduto nel mio caso con la visita agli scavi di Pompei – scaturita dall’esigenza di colmare un clamoroso “vuoto”. Nei miei giri intorno al mondo, me ne vergogno un po’, non mi era ancora capitato… Vedere il secondo sito archeologico più grande al mondo, (dopo la Muraglia cinese) così deserto mi ha un po’ turbata. Ma avere tanta bellezza a disposizione tutta per me mi ha riempito di gioia.
Pompei: come organizzarsi
Una visita agli scavi di Pompei può essere pianificata anche in una sola giornata se si viene da Roma, ma io ho preferito fare le cose con calma e concedermi una notte a Napoli. Con le nuove regole bisogna prenotare l’ingresso al sito archeologico acquistando il biglietto online con l’indicazione del giorno, lo slot orario e il punto di accesso, cosa molto importante. Il modo più semplice per raggiungere gli scavi è la Circumvesuviana, la metropolitana di superficie di Napoli che potrete prendere alla stazione centrale di Napoli dopo essere scesi dal vostro treno Alta Velocità.
Vi consiglio di informarvi sugli orari, il biglietto al costo di 2,80 euro a tratta potrà essere acquistato al botteghino in stazione. Per non sbagliare convoglio dovete seguire le indicazioni per Sorrento. La Circumvesuviana vi lascia alla fermata di Villa dei Misteri-Porta Marina. Se invece arrivate con le Ferrovie dello Stato (ma i treni sono pochi) la fermata sarà Anfiteatro, l’ingresso opposto. Entrambi gli accessi sono molto vicini ai tornelli d’ingresso. Attualmente il punto ristoro interno agli scavi è chiuso. Comprate qualcosa da mangiare e l’acqua nel bar prima di entrare.
Pompei: la visita agli scavi
L’aspetto forse più qualificante di una visita agli scavi di Pompei è la scelta di una guida valida e certificata. Dopo essermi consultata con l’ufficio stampa e aver fatto qualche telefonata ho “ingaggiato” Francesco Blasotti, sul campo da oltre 10 anni, guida ufficiale degli scavi, appassionato del suo lavoro e di Pompei. Una visita basica agli scavi richiede almeno due ore. Francesco è rimasto con noi oltre 4 ore facendoci scoprire angoli insoliti e arricchendo il suo racconto di curiosi aneddoti.
Una descrizione molto gradevole senza noiosi riferimenti storici ma focalizzata sulla vita quotidiana a Pompei, molto più interessante a mio parere. Potete contattare Francesco al numero +39 346 6115532 e mettervi d’accordo direttamente con lui in base alle vostre esigenze. Un consiglio: la lunga passeggiata all’interno degli scavi è prevalentemente lungo strade originali dell’epoca romana con lastroni di basalto. Raccomandati scarpe e abbigliamento comodi e, se ne avete bisogno, un cappellino.
Pompei: il tour agli scavi
Vorrei partire dall’impressione finale. Assolutamente sorprendente dal punto di vista urbanistico. Pompei è un sito imponente, esteso per 66 ettari, 22 dei quali ancora coperti. I lavori di scavo proseguiranno per anni e anni e porteranno alla luce nuove meraviglie.
Avevo qualche aspettativa in più sugli affreschi. Ce ne sono ma non nella quantità e nello stato di conservazione che mi aspettavo. C’è però una ragione: la maggior parte sono conservati al Museo Archeologico di Napoli di cui vi abbiamo parlato in una precedente recensione. Un museo da non perdere assolutamente per la ricchezza dei reperti esposti e la magnificenza del luogo. Ne abbiamo parlato in un nostro precedente articolo.
Per il resto passeggiare in una città di oltre due mila anni fa, che ospitava 15 mila abitanti ma accoglieva ogni giorno, per i suoi commerci fino a 25 mila persone, è assolutamente intrigante. La struttura delle strade divise in cardi e decumani, l’alternanza delle botteghe con le domus, le terme pubbliche, la Piazza del Foro, il Tribunale. Tutto ciò che era stato sepolto da lava e lapilli (la doppia eruzione del Vesuvio risale al 79 d.c.) è tornato alla luce in perfetto stato di conservazione.
Ci sono gli antichi fast-food dell’epoca, i forni per il pane in versione industriale, e persino il primo bed and breakfast della storia: la domus di Giulia Felix per metà abitata dalla proprietaria e per l’altra metà affittata ad esterni con contratti tacitamente rinnovati.
Molto interessante è entrare nelle domus e osservare lo schema di progetto vitruviano con il peristilio (un chiostro con siepi curate all’italiana) e un atrio d’ingresso con il tetto aperto per raccogliere l’acqua piovana. L’intero sito archeologico contempla 600 negozi e 150 domus. Non tutto è visitabile e accessibile in questo momento ma durante la visita si possono vedere molte aree e tipologie di edifici. Tra le chicche raccontate dalla nostra guida le tante trovate dei romani per migliorare la viabilità delle strade e l’uso dei colori negli affreschi
Negli affreschi sono percepibili 3 rossi differenti, il giallo ocra e il nero. Sono le nuance che troveremo in quasi tutti gli affreschi a Pompei, compresa qualche nota di azzurro. Altro tema la conservazione dei corpi ritrovati (durante le due eruzioni consecutive morirono 1500 persone) . Quelli che vedrete in esposizione sono i calchi delle cavità formatesi dopo la decomposizione dei corpi.
Pompei: perchè visitarla in questo periodo
Fare un’escursione a Pompei in questi mesi vuol dire trovare un sito semivuoto. Mancano totalmente gli stranieri. Normalmente si contavano 15 mila ingressi giornalieri, oggi poche centinaia. La Piazza del Foro, considerata la cartolina di Pompei, è praticamente deserta come potrete vedere dalle foto. I negozi di souvenir sono chiusi come gli hotel di zona e le guide non lavorano. Fa male pensare che un sito di questo tipo possa essere così deserto. Ma anche così pronto ad accogliere i tantissimi italiani che vorranno visitarlo.
Cosa fare a Napoli
Se pensate di fermarvi una notte a Napoli, potrete arricchire il soggiorno con una visita alla Reggia di Capodimonte con annessa passeggiata nei giardini di Boscoreale.
www.museocapodimonte.beniculturali.it
Vi consigliamo una puntata sul lungomare, un aperitivo a base di limoncello spritz in Piazza dei Martiri, il salotto elegante di Napoli e una cena sempre nel quartiere di Chiaja al ristorante Dialetti che propone piatti tradizionali rivisitati in un contesto piacevolmente minimalista oppure la vera pizza napoletana da Umberto, un locale storico fondato nel 1916.
Se volete “dolci souvenir” andate sempre in zona alla pasticceria Leopoldo dal 1940. Sfornano in continuazione ottime sfogliatelle napoletane. Una bella scoperta è stata anche la profumeria artigianale. A via Calabritto c’è la boutique Aulentissima dove troverete le creazioni, anche su misura all’occorrenza, di un “naso” napoletano, Giovanni Festa che “inventa” profumi contemporanei ispirandosi ai miti del passato, da Cleopatra a Napoleone.
Dove dormire
Napoli Relais b&b: low budget, davanti alla stazione, comodo per trasferimenti veloci
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Chiaja hotel de charme
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