Carla Diamanti è una romana doc, ma vive a Parigi da 15 anni con il marito e una figlia di 28 anni. Dalla “grande bellezza” della Città Eterna alla “bellezza assoluta” della Ville Lumiere. Giornalista per Vanity Fair, Donna Moderna, La Stampa, Luuk Magazine, Food Confidential e Touring, autrice di guide, docente all’Università di Torino e tour leader, Carla Diamanti, che ha “il viaggio” nel suo dna, è oggi anche una travel designer.
Carla Diamanti, quando hai maturato questa originalissima idea e in che cosa consiste il tuo lavoro?
L’idea è nata da sé, in seguito alla mia lunga esperienza di viaggiatrice e di professionista: ho unito l’abitudine di dover trasformare un luogo in capitoli di visita per le guide che scrivevo, alla passione per le mappe geografiche, ai consigli che mi chiedevano gli amici prima di partire, alla formazione scolastica (ho un diploma di turismo), al lavoro di programmazione in agenzia di viaggio. Et voilà, mi sono accorta che tante persone amano viaggiare per conto proprio, senza unirsi a un gruppo organizzato, ma che non hanno il tempo o la competenza specifica per studiare il percorso più adatto alle loro esigenze.
Ho cominciato quindi a disegnare percorsi su misura in base alle aspettative di chi mi contatta, a unire spunti e consigli ma soprattutto a fare in modo che tutto funzioni bene tecnicamente. Il che non significa necessariamente che il viaggio debba essere “di lusso” o “fuori dai sentieri battuti”. Io credo che ogni modo di viaggiare vada rispettato. Anche quello di chi voglia fare un circuito classico e senza fronzoli.
Oggi il mercato è saturo di parole per attirare l’attenzione, di “travel designers” che invece sono agenti di vendita, di persone che pensano che basti aver viaggiato per poter strutturare un itinerario. In realtà questo è un lavoro complesso, ne sanno qualcosa i miei studenti universitari che ogni volta mi dicono che non avrebbero mai pensato a tutte le cose di cui bisogna tenere conto.
Carla Diamanti, cosa rende diverso un itinerario disegnato da te, rispetto a quello proposto da un’agenzia?
Nella maggior parte dei casi i cataloghi di viaggio sono strutturati molto tempo prima della data di partenza e perciò spesso senza tenere conto del calendario, cioè del giorno della settimana in cui cade una determinata visita. Parlo con cognizione di causa perché da molti anni accompagno gruppi firmati da importanti tour operator italiani e mi è capitato di intervenire sul posto per variare “in corsa” un programma che – per esempio – prevedeva la visita di un museo nel giorno di chiusura. Nei viaggi che disegno questo non accade e chi si rivolge a me sa che si troverà al posto giusto nel momento giusto.
I viaggi cambiano in base alle stagioni, al tempo, alle ore di luce, al giorno della settimana (Gerusalemme, per esempio, in alcuni giorni è più bella e nei percorsi che disegno ne tengo sempre conto). Capita poi che alcuni programmi già predisposti siano troppo pieni o che lo siano troppo poco. Conosco i ritmi e so valutare quanto e come un sito possa interessare o un museo stancare. Sì, perché l’entusiasmo della vigilia deve poi fare i conti con la stanchezza del viaggio.
Nel mio lavoro non c’è niente di pronto: tutto viene elaborato in base alle richieste, al periodo, al budget, alla durata del viaggio. Preciso sempre a tutti che io non sono un’agenzia: io mi occupo esclusivamente dei contenuti, delle tappe, dei consigli, di tutta la ricerca e la costruzione del percorso e delle soluzioni più adatte. Poi, per acquistare voli, alberghi, auto e tutti i servizi i miei clienti dovranno rivolgersi a un’agenzia di viaggi o cercare su internet. Questo garantisce ulteriormente ai miei clienti che non ho nulla da vendere. E che faccio per loro la stessa scelta oculata che faccio quando disegno le mie vacanze.
Carla Diamanti, a chi si rivolge la tua consulenza? Qual è il tuo cliente ideale?
Ho due tipi di clienti. Da una parte i viaggiatori indipendenti, quelli che amano partire per conto proprio ma che non vogliono farlo senza una road map che li aiuti a scegliere dove fermarsi, quanto tempo dedicare a una visita, quale mezzo di trasporto prediligere. La nostra collaborazione comincia sempre con una telefonata o con una conversazione via Skype: così ci conosciamo e io riesco a capire che tipo di viaggio ci si aspetta di fare o dove vogliono andare (mi è capitato di avere clienti che mi hanno contattata per partire in Perù e che poi alla fine siano andati in Birmania!).
Dall’altra parte ci sono i tour operator che si rivolgono a me per disegnare intere linee di viaggio, cataloghi oppure tour specifici per clienti particolarmente esigenti.
Il mio cliente ideale? Sa di affidarsi a una viaggiatrice appassionata del suo lavoro con cui costruire un percorso speciale. Ma sa anche comprendere il valore di una professionista: qualcuno si sorprende di dover pagare la mia consulenza!
Carla Diamanti, quali sono le destinazioni di maggiore tendenza?
Potrei dire il Sudafrica, l’Iran, l’Estremo Oriente o il Giappone per esempio. O ancora gli Stati Uniti. Ma preferisco dire che più che la destinazione, per le persone che mi contattano, conta il modo di viaggiare.
Carla Diamanti, cosa significa per te viaggiare?
Significa imparare, prima di tutto. Guardare, stupirmi. Diventare parte del posto in cui mi trovo: questa ritengo che sia una grande fortuna oltre che una dote innata. C’è chi sa disegnare, chi ha memoria o chi è intonato. Io sono un camaleonte. Mi adatto ai luoghi, alla gente, ai gusti. Non mi manca mai “casa” (non nel senso degli affetti, naturalmente!). Insomma sono uno spirito nomade, anzi un esprit nomade, che riesce a cambiare albergo ogni notte, a mangiare qualunque cosa e a qualunque ora, a conversare con un beduino nel deserto o con un Lord inglese sentendosi sempre a suo agio.
Carla Diamanti – The Travel Designer – www.thetraveldesigner.it
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