La Capannina di Pesaro: la piadina più buona d’Italia

Scritto da  Laura & Valentina  in 

La Capannina al Quinto Tornante

Sia ben chiaro. Non chiamatela piadina romagnola perché è fatta a Pesaro, nelle Marche, e per correttezza e rispetto della legge sui marchi Igp, dal 2014 solo in Romagna la si può gustare. Ma quella che potrete mangiare daLa Capannina al Quinto Tornante”, sul Monte San Bartolo (con una concentrazione di ville top pesaresi) che cinge da un lato il capoluogo di provincia più vicino ai territori della Romagna, è a nostro parere la migliore piadina d’Italia. Ed è la “chicca” che vi proponiamo in questo Ferragosto. La Capannina nasceva come punto di ristoro al quinto tornante per i motociclisti affamati. Una piccola capanna solo per una breve sosta. Negli anni si è trasformato in un punto di ritrovo strutturato per turisti e gente del luogo. L’ambiente e’ molto accogliente e familiare. Una bella terrazza all’aperto (d’inverno si mangia nel ristorante interno) con affaccio sulla baia Flaminia da cui si può godere uno splendido tramonto e nei giorni più tersi, avvistare le coste della Croazia. Sedie colorate, coperti altrettanto, e un menù spensierato che contempla anche dell’ottima carne alla brace. Da oltre 50 anni papà Grossi impasta farina e acqua e si scalda le mani per creare una sfoglia che fa concorrenza alle più rinomate piadine romagnole.

La Capannina: il segreto della piada

Luogo d’incontro di motociclisti e vacanzieri, “La Capannina” si è guadagnata negli anni una fama che va oltre i confini della provincia in cui opera dal 1966. Giacomo, Giuseppina, Tonino e Maria Grossi propongono una piada sfogliata realizzata con farine selezionate (in apparenza integrali) e strutto locale. Il segreto, custodito dai proprietari, sta nella doppia lavorazione, fatta rigorosamente a mano, che  consente di ottenere la particolare sfogliatura rendendo la piada più leggera e gustosa rispetto a quelle tradizionali. Una lavorazione senz’altro laboriosa perché inizia dalle prime ore del mattino, con la preparazione dell’impasto lasciato riposare a lungo. A mano vengono creati dei rotolini da cui si ricavano, stendendoli con il mattarello, le singole piade. Sulle sfoglie solo un velo di strutto locale e poi il passaggio, appena una manciata di minuti, sulla piastra rovente per la cottura. Questa piadina si può mangiare da sola o con le tante farciture proposte. La più richiesta è quella ripiena di verdura e salsiccia. Noi abbiamo provato anche quella a base di lonza e pecorino e la classica prosciutto crudo, stracchino e rucola.

 

La Capannina: le origini della piada

La piada, come tipo di pane, risale al periodo degli Etruschi ma è solo in un documento del 1371, attribuito alla comunità di Modigliana, che si parla per la prima volta di questa sfoglia. Quella che noi oggi identifichiamo come piadina romagnola nasce nel Novecento e si aggiunge ai tanti pani senza lievito realizzati in Italia: il carasau, la crescia, la tigella. Nel 1572 il medico riminese Costanzo Felici parla di “piacente, cresce o piade” come di “pessimo cibo, con tutto che a molti tanto piaccia”. Nel Novecento GiovannPascoli la definisce, “il pane del lavoro”, ovvero il pasto dei contadini e della povera gente. Ma la vera fortuna risale agli anni ’40 e ’50 quando iniziò a conquistare i turisti lungo le strade che portavano al mare, attratti dai numerosi chioschetti che offrivano a poco prezzo questa bontà, fino a farla diventare una delle regine dello street food del Belpaese. Alla “Capannina” di Pesaro, dal 1966 servono la piadina secondo la ricetta tradizionale, con un segreto in più che la rende la più gustosa e buona d’Italia. Da provare assolutamente!

La Capannina, piada e pizza al Quinto Tornante
Strada Panoramica Adriatica 189 – 61121 Pesaro PU
Tel. +39 0721 21890 – +39 3318770635
www.capanninapesaro.it


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