Questo è il racconto di un viaggio in solitaria nato per caso. Un cambio di programma improvviso e la scelta di una nuova destinazione all’ultimo minuto, senza alcuna pianificazione. Avevo ricordi molto belli di un fine settimana trascorso anni fa a Ventotene e mi ero ripromessa di tornare. Ma presa da tanti viaggi avevo sempre rimandato. L’occasione è arrivata questa estate (2023). Uno sguardo a internet, una telefonata a Daniele Coraggio, ventotenese doc promotore appassionato dell’isola (@ventotenemia su Instagram), la scelta di una struttura che avevo già individuato in passato per un possibile viaggio.
Agave e Ginestra, nome evocativo per un hotel. Poco fuori dal piccolo cuore pulsante dell’isola con una vista spettacolare sull’isolotto di S. Stefano e il suo carcere che domina come un guardiano ogni angolo di Ventotene. Arlene, una gentile signora brasiliana mi ha risposto al telefono e in videochiamata mi ha mostrato la stanza che avevo scelto e alcuni ambienti della struttura. Il luogo che cercavo: immerso nella natura e nel silenzio, semplice ma con stile. Niente tv, niente frigo bar in camera, poca linea telefonica e un ottimo wi-fi. Sono partita.
https://www.agaveginestra.com/it
Entrare nello spirito dell’isola, nel suo ritmo sonnolento senza auto né affollamento, senza grandi alberghi né movida (al contrario di Ponza, la sorella maggiore tra le isole Pontine) è il vero valore di una vacanza a Ventotene. Riposo assoluto, nessuno stress e ottimo cibo, si mangia bene ovunque. L’isola è lunga appena due chilometri ed è percorribile anche a piedi per chi vuole fare un po’ di moto. Molto efficiente il servizio navetta dell’hotel che porta i clienti al centro e nelle spiagge tutto il giorno.
Ventotene e la natura
Ventotene è un’isola tranquilla, selvaggia ma abitata (conta circa 700 residenti, effettivi 200), frequentata da clienti abituali innamorati della sua atmosfera. Qua e là gruppetti di frikkettoni oggi settantenni (hippies autentici) che hanno scelto l’isola come buen retiro e famiglie pacate con bambini lasciati liberi di giocare nella piccola piazza del municipio.
Il mare a Ventotene è Bandiera Blu, pulito e protetto nella riserva dell’isola di S. Stefano. Il fondale è scuro per le rocce tufacee e basaltiche di origine vulcanica, l’acqua ha sfumature che vanno dal verde acquamarina al verde petrolio fino al blu intenso mentre le rocce stratificate della costa raccontano millenni di storia geologica.
Un’isola ricca di vegetazione con lecci, ginestre e palme nane. Un territorio verde ma incolto, tappezzato di fichi d’India che neppure in Sicilia sono così numerosi. E poi ciuffi di canne al vento aggrappate alla roccia tufacea, filari di viti Pandataria, il vitigno del vino bianco autoctono e campi di lenticchie, una specialità dell’isola.
Ventotene e il mare
Ventotene è un’isola piccola e stretta come l’ago di una bussola, a misura di piede. Non fatevi impressionare dalle strade anguste e a un solo senso di marcia che i residenti percorrono in modo disinvolto. Esistono due sole spiagge di sabbia scura con lettini, ombrelloni e bar-ristoranti: Cala Nave e Cala Rossano. La prima è anche molto panoramica, ha davanti due faraglioni e l’isolotto di S. Stefano, la seconda è attaccata al porto ma le sue acque sono pulite.
C’è poi il lido del Faro su scogli di tufo liscio con ombrelloni e lettini. La mia preferita perché l’acqua è particolarmente trasparente ed è possibile risalire dal mare attaccandosi a corde posizionate in vari accessi. Nella baia si trova una vasca realizzata dagli antichi romani e utilizzata come peschiera per l’allevamento dei pesci. Oggi è una piscina naturale dove poter nuotare. Ventotene è anche la meta ideale per gli appassionati di immersioni grazie alla ricchezza dei fondali.
Il modo migliore per apprezzare il colore del mare e delle rocce di Ventotene è un giro in barca. Francesco Taliercio (cell. 342 148 6222) ha un’imbarcazione comoda, con tendalino in grado di ospitare fino a 10 persone. Non è un semplice barcaiolo. E’ appassionato conoscitore della sua isola e saprà soddisfare tutte le vostre curiosità. Il giro dura 3 ore (mattina o pomeriggio) e prevede varie soste per i bagni in acque cristalline.
A volte Francesco organizza uscite per ammirare il tramonto davanti a un aperitivo. E a proposito di tramonti quelli di Ventotene sono davvero unici per la nettezza dei colori. Parata grande è il punto migliore per apprezzarli. Da qui si vedono molto bene anche le isole di Ponza e Zannone.
Ventotene, isola avamposto degli antichi romani
Ventotene ha un passato millenario. L’isola è stata un avamposto degli antichi Romani, pur non avendo sorgenti d’acqua dolce. Per questo furono realizzate sei cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, due delle quali visitabili (la cisterna dei Carcerati e la cisterna di Villa Stefania) con Elena, guida esperta. Nella cisterna dei Carcerati ampia 1200 mq si possono osservare graffiti di vita quotidiana dipinti e incisi dai detenuti che la abitarono in epoca borbonica e dai monaci molti secoli prima. Le cisterne sono rivestite di cocciopesto, un materiale inventato dagli antichi Romani molto resistente e impermeabile.
Sul promontorio di Punta Eolo, l’imperatore Augusto fece costruire una villa per otium dotata di terme, giochi d’acqua e una cascata artificiale. Fu progettata come residenza di villeggiatura ma poi utilizzata come luogo di esilio per gli esponenti della famiglia imperiale. La prima a essere confinata a Ventotene fu Giulia, figlia di Augusto, allontanata da Roma perché accusata di adulterio.
Nel mare affiora uno scoglio: ricorda la testa di un gigante addormentato con il ginocchio sopra il filo dell’acqua. La visita guidata a Villa Giulia (come quella alle cisterne) è prenotabile al Museo Archeologico. Dalla barca potrete scorgere le rovine, ma da terra è magnifico il colpo d’occhio sulle vestigia millenarie che degradano verso il mare. www.riservaventotene.it
Il porto romano che ci accoglie appena scesi dal traghetto è scavato nel tufo. Per costruirlo furono eliminati ben 60 mila metri cubi materiale. Qui sono ancora visibili gli attracchi dove venivano ormeggiate le navi. I Romani ricavarono dal tufo anche la peschiera dove veniva miscelata l’acqua dolce con quella salata per l’allevamento dei pesci. Accanto c’erano le saline non per estrarre il sale ma per conservare il pesce sotto sale. Inoltre servivano a proteggere il porto dalle mareggiate.
Ventotene, isola di esilio e confino
L’essere isolata e distante dalle sorelle dell’arcipelago Pontino ha fatto di Ventotene l’isola del confino fin dall’epoca Romana. Oltre a Giulia furono qui recluse altre quattro donne tra cui Agrippina maggiore, moglie di Germanico e madre di Caligola.
La pratica del confino fu invece istituita con le leggi di pubblica sicurezza nel 1926. Dopo il 1932 sorse una cittadella che poteva ospitare tra 800 e 1.000 confinati controllati da 350 guardie. I confinati non erano reclusi ma liberi di muoversi e lavorare svolgendo attività artigianali. Il nucleo più numeroso era costituito dai membri del partito comunista tra cui Altiero Spinelli e il socialista Pertini. A Ventotene venne scritto nel 1941 il celebre Manifesto di Ventotene, testo fondativo dell’Unione Europea.
Se avete tempo e voglia non può mancare un’escursione al carcere di Santo Stefano, l’isolotto davanti a Ventotene. E’ un pezzo di storia carico di significato. Da qualche anno è possibile visitarlo (3 giorni a settimana) con una guida esperta, dopo essere stato sempre chiuso al pubblico. In un quarto d’ora di navigazione si approda alla Marinella. Bisogna avere scarpe chiuse e l’organizzazione fornisce un elmetto perché l’area è interessata da un cantiere.
Entrando nel cuore del carcere l’impatto è molto forte; l’imponente struttura con pianta circolare a ferro di cavallo (la stessa forma del teatro San Carlo di Napoli), fu realizzata tra il 1794 e 1795 dall’architetto Francesco Carpi per volere di Ferdinando IV di Borbone. Al centro una torretta di sorveglianza da cui era possibile controllare tutte le piccole celle con le finestre a bocca di lupo sistemate su due livelli. I reclusi erano quasi tutti condannati all’ergastolo.
Chiuso negli anni ’60 il carcere godeva di una fama terribile. In 9 anni nella metà dell’Ottocento vi morirono 1.250 detenuti, di cui solo 200 di morte naturale. Anche l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini fu rinchiuso per un anno nel carcere dal 1929 al 1930. Oggi è in corso un’opera di riqualificazione per trasformarlo in centro culturale.
Cosa fare a Ventotene
Ventotene non è un’isola mondana. E’ bello lasciarsi cullare dal ritmo tranquillo del luogo che non richiede grandi pianificazioni. Passeggiare e scoprire vicoli e vicoletti, salire le rampe pedonali di costruzione borbonica che collegano il porto romano al centro storico, fermarsi per un drink o un dolcetto nei bar della piazza principale brulicante di bambini in libertà di fronte al Castello borbonico oggi sede del municipio e del Museo Archeologico.
Un punto d’incontro è la libreria l’ultima spiaggia rifornita di volumi sulla storia dell’isola e il cui titolare ha personalmente letto tutti i testi esposti. L’altro museo da visitare, oltre ai siti archeologici romani, è il Museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico, il primo in Italia e uno dei pochi a livello europeo. Si trova in una costruzione risalente alla Seconda Guerra Mondiale chiamata il Semaforo. Oltre alla visita delle sale è prevista l’osservazione diretta da una terrazza a strapiombo sul mare.
A Ventotene mancano locali notturni ma i luoghi di maggiore aggregazione la sera sono il bar il Gabbiano nella zona di Cala Rossano per l’aperitivo al tramonto e l’Art Cafè, un localino con un piccolo dehor interno dove si esibiscono musicisti e cantanti dal vivo.
La data simbolo di Ventotene è il 20 settembre quando si festeggia S. Candida a cui è dedicata anche la chiesa del paese. La festa dura 10 giorni e nell’ultima giornata si svolge la processione che si conclude con un coreografico lancio di mongolfiere di carta colorate (senza passeggeri ovviamente) e i fuochi d’artificio sul mare. Potrebbe essere l’occasione per visitare l’isola a fine estate!
Un’esperienza decisamente da non perdere a Ventotene è il massaggio al tramonto con Fabrizio, esperto ayurveda ha un piccolo gazebo a picco sul mare (cell. 347 496 9645). Fabrizio è un ragazzo dolce, la sua tecnica è molto efficace e vi sentirete benissimo – nel mio caso si era sgonfiata la pancia – oltre a godervi la luce incredibile del tramonto ventotenese.
Dove mangiare a Ventotene
All’hotel Agave e Ginestra è possibile cenare senza necessariamente alloggiare. In cucina la moglie brasiliana di Pierfilippo il proprietario, Adalgisa, prepara ottimi menù a base di pesce fresco (il lunedì si mangia vegetariano) serviti sulla terrazza con una vista spaziale su S. Stefano e Ischia.
Il Giardino è il ristorante più raffinato di Ventotene. Atmosfera romantica in mezzo al verde, specialità di pesce rivisitate come 0’ purpetiello (polpo alla crema di patate, olive e scarola) o l’insalata di calamaretti al vapore e fagiolini. Specialità della casa i paccheri allo scorfano. Il pesce, cucinato al guazzetto, è pulito direttamente al tavolo dal proprietario.
Mast’Aniello è il ristorante panoramico di Cala Nave, aperto a pranzo e cena. Un locale di mare dai colori vivaci. Propone un menu molto vario per tutti i gusti prevalentemente di pesce ed è l’unico ristorante dell’isola dotato di forno a legna. La pizza è superleggera e digeribilissima.
Cifra a’ Mare è una storica pasticceria di Latina che d’estate ha la sua succursale a Ventotene. Aperta dalla mattina per tutti i tipi di pasto, dalla colazione alla cena, passando per il pranzo colazionato all’aperitivo rinforzato. I dolci sono di rigorosa produzione propria.
@ciframare
Dove dormire a Ventotene
L’hotel Agave e Ginestra è il luogo ideale per una vacanza all’insegna del relax. Sentirete solo il rumore delle cicale e degli uccellini al mattino. Potrete addormentarvi sull’amaca davanti alla stanza guardando il mare. E, fatto importante, vi sentirete davvero a casa grazie alla cortesia e semplicità dei proprietari Pierfilippo e Adalgisa e alla simpatia ed empatia del personale: Arlene, Jennifer e Alessandro sono stati i miei angeli custodi durante il soggiorno. Le stanze sono confortevoli, fresche e pulite. La colazione viene servita in una grotta con marmellate fatte in casa da Adalgisa. Una menzione speciale merita la struttura perché è forse l’unica ad avere stanze matrimoniali uso singola.
https://www.agaveginestra.com/it
Casa Novecento è un nuovo progetto di accoglienza realizzato da Anna Impagliazzo, proprietaria del ristorante il Giardino. Ha ristrutturato la proprietà di famiglia, un edificio di epoca borbonica in piazza Castello, dando vita a una casa-vacanze di sobria eleganza, luminosa, con soffitti a volte e una terrazza panoramica attrezzata.
Come arrivare a Ventotene
Ventotene pur essendo la più lontana delle isole Pontine è facilmente raggiungibile dal porto di Formia con la compagnia Laziomar: in traghetto (circa 2 ore) oppure in aliscafo (1 ora). Formia è collegata a Roma da treni Intercity e regionali in poco più di un’ora. Il porto dista dalla stazione appena 700 metri che potete percorrere a piedi in 10 minuti se avete un bagaglio leggero. Altrimenti è disponibile il servizio taxi. www.laziomar.it
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