Cina: il viaggio continua. L’ultima tappa della nostra settimana nel gigante asiatico è Pechino dove abbiamo trascorso 3 notti. Ecco alcuni suggerimenti sulle cose da fare.
Cina: da Xian a Pechino
Il treno ad alta velocità ci ha portato da Xian a Pechino in 4 ore e mezzo. La stazione ferroviaria è dotata di banchine enormi, segno del grande flusso di persone che ogni giorno transitano nel paese. Attraversiamo chilometri e chilometri di pianura cinese, dove si alternano agglomerati di grattacieli dal colore grigio a villaggi rurali.
Arrivati a Pechino si percepisce subito l’immensità della città e quelle che sembrerebbero autostrade sono invece strade cittadine a 7 corsie! A Pechino regna il traffico, si può rimanere imbottigliati per ore, sia di giorno che di notte. L’alternativa è la metropolitana ma è quasi impossibile se non si conosce la lingua visto che tutte le indicazioni sono in ideogrammi.
Cina: Pechino, Piazza Tienanmen e la Città Proibita
La città è divisa in 6 anelli: noi abbiamo alloggiato nel cuore di Pechino vicino a Piazza Tienanmen. Passeggiare nel centro della città, trovandosi di fronte viali infiniti, provoca una sensazione di disarmo. Anche per Pechino abbiamo avuto un’ottima guida, Giuseppe, che ci ha raccontato come vivere in città sia diventato troppo caro e ormai quasi tutti sono costretti a trasferirsi nell’estrema periferia, anche ad un’ora e mezzo di viaggio con i trasporti pubblici.
Ancora nel quarto anello, le case hanno prezzi da capogiro che partono da 12.000 mila euro al metro quadro. La città conta 20 linee di metropolitana, 999 linee di autobus e 6 milioni di macchine spalmate su un totale di 23 milioni di abitanti. Troppe per una città sempre più inquinata.
Il governo ha deciso così che la targa va comprata separatamente dalla macchina partecipando ad un’estrazione come quella del lotto, in modo da calibrare le vendite e la concentrazione di vetture nelle strade. Ogni giorno vengono indicate le ultime due cifre delle targhe che rimangono a casa e la viabilità è regolata quotidianamente da targhe alterne. Nelle indicazioni stradali in città ci si orienta facendo riferimento ai punti cardinali nord-sud. Altra caratteristica lampante di Pechino, la sicurezza.
Non abbiamo mai visto tante telecamere, il governo ha un controllo totale su tutto e tutti. Questo anche per spegnere sul nascere eventuali movimenti di protesta come accadde con Piazza Tienanmen, che resta una delle macchie mai chiarite dal regime.
Tappa principale è la visita a Piazza Tienanmen, anticamente un “cortile” immenso che precedeva la porta principale della città, oggi considerata la piazza pubblica più grande al mondo. Da Piazza Tienanmen si accede alla Città Proibita e al Palazzo Imperiale (primo anello della città). Sulla porta d’accesso campeggia il ritratto di Mao Tse Tung, con due leoni, il maschio a destra e la femmina a sinistra, guardiani simbolici del Palazzo. Sono oltre 80.000 le persone che visitano il sito ogni giorno, tanti turisti stranieri ma anche moltissimi cinesi che partono dalle campagne per raggiungere il Palazzo.
Entrando si percepisce subito l’immensità del luogo: 10 palazzi che si snodano simmetricamente uno dietro l’altro dall’architettura tradizionale con i colori alternati del rosso e del giallo. Il Palazzo è composto da 9999 stanze, lungo quasi un chilometro, 910 metri per l’esattezza. Il numero 9 è ricorrente nella cultura cinese perché considerato vicino alla perfezione, solo il 10 può essere associato all’imperatore e nella numerologia cinese solitamente non viene mai usato. La Città Proibita, costruita tra il 1406 e il 1424, ha ospitato 24 imperatori, dalla dinastia Ming a quella Qing.
Nella parte anteriore abitavano i funzionari, mentre la parte posteriore era destinata all’imperatore che ha sempre desiderato avere una grande quantità di alberi. Il Palazzo imperiale era un luogo così divino da essere proibito alla gente comune: da qui il nome di Città Proibita.
Cina: Pechino, le cose da vedere
Tra le cose da non perdere a Pechino c’è anche il Tempio del Cielo, il più importante della città in epoca imperiale. Costruito nello stesso periodo della Città Proibita è immerso in un parco con oltre 3000 alberi secolari. L’Imperatore, durante le varie dinastie, ogni solstizio d’inverno si ritirava in questo luogo sacro per fare offerte al Cielo e pregare per un buon raccolto. La disposizione di tutti gli edifici segue l’antica concezione dell’universo e riflette il legame Cielo – Imperatore – Terra.
Secondo questi principi, il Tempio si trova al centro dell’universo, esattamente tra il Cielo e la Terra, i due cardini della cosmologia cinese. Il tetto ha tre anelli con le tegole blu proprio per sottolineare la vicinanza al cielo. Consiglio anche un giro, sempre accompagnati dalla guida, nel villaggio di Hutong, gli antichi vicoli di Pechino, prendendo il classico Risciò e visitare una tipica abitazione dove si può imparare a fare gli origami.
Dopo alcuni giorni di cucina cinese abbiamo sentito l’esigenza dei sapori italiani e siamo andati al Ristorante Fratelli Fresh, guidato dallo chef abruzzese Diego Ottaviani che ci ha servito un’ottima pizza (www.renaissancebeijingcapital.com)
La visita alla Grande Muraglia Cinese vale il viaggio a Pechino. Considerata una delle sette meraviglie del mondo antico nel 1987 è divenuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Ancora non è chiaro a quando risalga la costruzione, ma sicuramente ha più di 2000 anni. Un’ora e mezzo per raggiungere il varco più vicino a Pechino. Noi abbiamo visitato quello di Mutianyu, con 23 torri, meno affollato e raggiungibile con una seggiovia. È ancora un grande mistero l’origine della Grande Muraglia Cinese e come possa essere stata costruita dall’uomo con pietra, sabbia e mattoni, trainati dagli animali.
La Grande Muraglia attraversa montagne, deserti, praterie dalla costa Est fino agli altopiani dell’Ovest per una lunghezza totale stimata in origine di circa 21.200 km. Oggi sono 8.800 km ca. percorribili e ogni 500 metri ci sono torri di avvistamento. Salire e scendere è abbastanza faticoso quindi si fanno brevi tratti a piedi concentrandosi principalmente ad ammirare la natura e il panorama infinito. La discesa, per i più spericolati, è consentita con dei toboga (una specie di slittino) su una pista canalizzata che riporta a valle.
Cina: Pechino e l’arte
Di ritorno dalla Grande Muraglia, a nord est di Pechino abbiamo visitato la 798 Art Zone. Un ex complesso industriale che copre un’area di oltre 600.000 metri quadrati con ex fabbriche statali degli anni Cinquanta (come la fabbrica 798 da cui pende il nome) riconvertito in distretto artistico. Qui gli edifici sono tutti bassi a mattoncini in stile Bauhaus e oggi il distretto artistico è diventato un riferimento importante per la cultura urbana di tutta la città.
Ospita oltre 100 istituzioni culturali all’interno tra arte, design, moda, musica, food: è un immenso laboratorio della creatività. Si consiglia di trascorrere qualche ora per scoprire tante nuove realtà. Per chi volesse invece fare shopping, il Pearl Market in centro è una tappa obbligatoria. Il nostro viaggio si conclude con una squisita cena a base di anatra laccata, un piatto assolutamente da assaggiare, nel miglior ristorante della specialità: Duck de China (www.eliteconcepts.com). Un ambiente raffinato e curato nei particolari che ha reso l’ultima tappa del viaggio molto piacevole.
Nǐ hǎo ! (buongiorno in cinese!)
Dove dormire: Penta Hotel, Beijing www.pentahotels.com
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